La trama fenicia

   
   
   

Wes, il regista che si diverte

di Fabio Ferzetti L'Espresso

Un uomo d'affari che sopravvive a tutto, incidenti aerei compresi, ma non al disamore della figlia (Benicio Del Toro). Una figlia che sta prendendo i voti in odio alla rapacit� paterna (Mia Threapleton). Un entomologo norvegese che si incanta su mantidi e libellule, ma non � insensibile a quella religiosa intransigente (Michael Cera). E poi: una lobby di businessmen assassini, accordi miliardari risolti giocando a basket, un delitto sepolto nel passato, un tribunale della coscienza che porta l'affarista al cospetto del Padreterno (il prezzo della Verit� � un cervo pieno di monete d'oro). Mentre nelle inquadrature perfette, sulle note talvolta dilatate di Stravinskij, fioccano oggetti astrusi, paradossi fulminanti, ibridazioni culturali (siamo negli anni 50 ma anche no), comparsate di lusso (Tom Hanks, Bryan Cranston, Scarlett Johansson, Charlotte Gainsbourg,...), eredi carnali o meno (Hai dieci figli, perch� adottarne altri? Potrebbero rivelarsi migliori). Da pi� di venticinque anni Wes Anderson elabora film colorati come farfalle e precisi come orologi al quarzo. Da poco meno gli si rimproverano leggerezza e ripetitivit�, cadendo senza volere in quegli stessi errori. Nel frattempo, per fortuna, il texano pi� elegante al mondo non ha smesso di incastonare intrighi di famiglia e remoti traumi dentro scenografie elaborate e implacabili in cui i sentimenti dei protagonisti sembrano per dersi per ritrovarsi. Con l'innocenza dei fumetti di una volta, la nettezza di un tratto che ignora le ombre. E un gusto esibito per la simmetria, la citazione, l'anacronismo, il pastiche, che rende inconfondibili e spesso irresistibili i suoi film pieni di grandi nomi anche in piccoli ruoli. Ogni spettatore ha i suoi preferiti (citiamo almeno "I Tenenbaum", "Il treno per il Darjeeling", "Fantastic Mr. Fox", "Moonrise Kingdom"). Ogni film, malgrado l'evidente continuit�, affronta sfide diverse. Nella "Trama fenicia" il fasto delle scenografie e il ritmo indiavolato ribadiscono che in affari, se non in amore, vince chi la spara pi� grossa, chi ha pi� senso dello spettacolo, insomma chi incanta partner e spettatori sfidando il disordine e il dolore a colpi di fantasia. Tanto che il megaprogetto del miliardario si rivela un meraviglioso trenino elettrico, che poi � la definizione del cinema data a suo tempo da Orson Welles. Magari per rinascere tocca ripartire da zero, ma che importa? In fondo tutte le ricchezze, le combinazioni, le infinite forme del mondo sono racchiuse in un semplice mazzo di w carte. Purch� comandi il seme giusto. Cuori, naturalmente.
Da L'Espresso, 30 maggio 2025


di Fabio Ferzetti, 30 maggio 2025

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