mauridal
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domenica 1 giugno 2025
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la morte perde al poker
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Quando un regista americano come Anderson, vuole affrontare temi che appartengono a tutti non ricorre certo al linguaggio realista e neanche alla narrazione verosimile europea, si immerge nella sua personale narrazione per immagini , inserite in un caleidoscopio di figure luoghi , personaggi e citazioni dove il confine tra realt? e fantasia ? molto evidente ma le situazioni che si creano, sono mirabolanti e Anderson ? un ottimo creatore. Un film targato Anderson , mette gi? lo spettatore sul binario giusto nel seguire le immagini e la velocit? del tutto, in un turbinio di citazioni dove solo l’interpretazione di grandi attori sanno tenere le fila del tutto.
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Quando un regista americano come Anderson, vuole affrontare temi che appartengono a tutti non ricorre certo al linguaggio realista e neanche alla narrazione verosimile europea, si immerge nella sua personale narrazione per immagini , inserite in un caleidoscopio di figure luoghi , personaggi e citazioni dove il confine tra realt? e fantasia ? molto evidente ma le situazioni che si creano, sono mirabolanti e Anderson ? un ottimo creatore. Un film targato Anderson , mette gi? lo spettatore sul binario giusto nel seguire le immagini e la velocit? del tutto, in un turbinio di citazioni dove solo l’interpretazione di grandi attori sanno tenere le fila del tutto. Qui infatti troviamo un cast straordinario ma su tutti tiene il protagonista Benicio del Toro, le carte vincenti , per rendere il personaggio del miliardario finanziario Korda un credibile seppure impossibile personaggio della finanza e dell capitalismo mondiale che col denaro e le sue imprese finanziarie domina i mercati, e tiene rapporti con tutti solo per gli affari, per aumentare i profitti, e per procedere nel personale potere . Intanto questo Korda ? un uomo che si deve circondare di fedelissimi per proteggerlo. E’ un uomo che viene attaccato sempre in ogni suo movimento, viene preso di mira con attentati e tentati omicidi dai suoi nemici della finanza e altri che lo vogliono eliminare. Qui la narrativa di Anderson si chiarisce nonostante la estrema e continua velocit? elicoidale delle immagini. Ogni uomo di potere , sia economico, che politico , militare ecc, ha una connessione con la morte , la sua come quella degli altri come lui, in questo il tema ? univoco, Korda ? un miliardario tycoon , magnate della finanza e uomo di potere ma ? riuscito a sopravvivere pi? volte ad attentati, omicidi e tentati assassinii, questo lo convince che la morte non gli salver? il potere dei soldi. A questo punto entra in scena una figura di giovane ragazza, che viene rintracciata come la unica figlia femmina di Korda a cui lui vuole lasciare tutto il suo impero finanziario, per poterlo poi gestire, al meglio in tutto il futuro. Una delle angoscia principali di tutti gli uomini di potere, che fine faranno dopo la morte. Anderson, sceglie questo aspetto per focalizzare altri temi, la famiglia inesistente, la societ? agguerrita con tutti e contro tutti, dove i ricchi hanno tutto da perdere , con la morte in generale. Dunque un paradosso si apre nel turbinio , la figlia unica femmina fidata di Korda ? una novizia credente nel farsi suora , quindi del tutto opposta alle convinzioni e ai comportamenti del padre, non vuole accettare di firmare il testamento dl padre che la vuole erede dell’impero economico finanziario. In realt? la figura antagonista al Korda il personaggio della figlia Liesl, ben interpretata dalla giovane Mia Threapleton, ? una figura pi? complessa vicina alle giovani generazioni contraddittorie nell’identit? e nel proprio futuro. Per tutto il film Anderson la descrive come una devota ai santi e a Dio , percorrendo una storia che la vedr? in un finale al cospetto del padre Korda a giocarsela la propria e la sua esistenza in una partita a poker. Tutto il film ? un caleidoscopio di immagini trattate con cura, dalla fotografia al colore, con inserti di scritte e musiche a impreziosire la fattura cinema di un autore come Anderson (Mauridal)
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imperior max
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mercoled� 4 giugno 2025
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un viaggio d'affari in decostruzione e al tempo stesso un viaggio umano in costruzione.
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LA TRAMA FENICIA.
Dopo un fugace Henry Sugar su Netflix Wes Anderson ritorna in sala con una commedia dai toni grotteschi, rocamboleschi e divertiti, ma fino ad un certo punto.
Il magnate miliardario Anatole ?Zsa-zsa? Korda, durante un volo in alta quota, sopravvive al sesto incidente aereo della sua vita. Arrivato alla conclusione e al forte sospetto di essere vittima di un complotto da parte di spie internazionali e da vecchie faide familiari decide di compiere un viaggio d?affari, ma soprattutto per portare con s? sua figlia Liesl prossima a prendere i voti da suora con la quale vuole riallacciare i rapporti e per fare luce sull?assassinio della madre. Con loro ad aiutarli l?eccentrico e curioso Bjorn Lund.
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LA TRAMA FENICIA.
Dopo un fugace Henry Sugar su Netflix Wes Anderson ritorna in sala con una commedia dai toni grotteschi, rocamboleschi e divertiti, ma fino ad un certo punto.
Il magnate miliardario Anatole ?Zsa-zsa? Korda, durante un volo in alta quota, sopravvive al sesto incidente aereo della sua vita. Arrivato alla conclusione e al forte sospetto di essere vittima di un complotto da parte di spie internazionali e da vecchie faide familiari decide di compiere un viaggio d?affari, ma soprattutto per portare con s? sua figlia Liesl prossima a prendere i voti da suora con la quale vuole riallacciare i rapporti e per fare luce sull?assassinio della madre. Con loro ad aiutarli l?eccentrico e curioso Bjorn Lund.
Gi? dal titolo e vedendo il film si pu? intuire pi? di un significato: 1) una storia appunto ambientata nel medio oriente tra scenografie desertiche, oasi e giungle, palazzi lussuosi e linee ferroviarie sotterranee. 2) Una serie di intrighi, macchinazioni, raggiri e traffici in salsa ottomanica. 3) Il filo trasversale del tappeto dove sono posizionate sopra le scatole con gli obiettivi del viaggio e che costituisce la struttura base del film.
Da l? si raccontano minuziosamente i personaggi: uno Zsa-zsa che, dopo una vita fatta di viaggi d?affari, sotterfugi, matrimoni e relazioni saltuarie, un?infanzia non proprio rosea e una curiosa fortuna sfacciata che lo vede sempre sopravvivere alla morte, capisce di dover cambiare riparando a torti e questioni in sospeso. Una Liesl vissuta senza una figura paterna e solo da una madre che l?ha subito indirizzata ad una vita ecclesiastica dove, nonostante una forte fede, qualche volta ne discute le retoriche dogmatiche tra amore divino e amore carnale ed ? messa a dura prova coi trascorsi col padre Zsa-zsa. Poi il buon Bjorn Lund che fa praticamente da mediatore oltre che tuttofare di Zsa-zsa e ?amico? di Liesl, ma che nasconde diversi talenti che tirer? fuori all?occorrenza. Per non parlare degli altri personaggi secondari, da quelli legati a Zsa-zsa per convenienza a quelli che vorrebbero da lui un gesto di onest? o addirittura la vita. Senza contare i molti intrighi, gli intrecci, le coincidenze, i viaggi onirici mistici in fase di premorte, molte altre situazioni divertenti, rocambolesche e addirittura sulla carta ?violente?. Il tutto per un on the road che decostruisce giorno dopo un giorno un uomo d?affari affamato di soldi e potere e al tempo stesso costruisce un uomo semplice affamato di sogni e di affetti. Una sorta di Citizen Kane che per? ? arrivato alla meta molto prima di dire ?Rosabella?.
Qui c'? la solita regia di Wes Anderson, curata nella fotografia, nelle scenografie, nei costumi e nelle inquadrature simmetriche, a volte fisse e a volte lente, un cast che recita dalla pacatezza all?agitazione pi? totale che vedono degli splendidi Benicio Del Toro, Mia Threapleton, Michael Cera, Tom Hanks, Jeffrey Wrigth, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Bill Murray e Willem Dafoe. Una durata per nulla eccessiva, un ritmo regolato da un buon montaggio e una messinscena che rende situazioni all?apparenza stressanti, cupe e ?splatter? belle cartoonesche ed ironiche. Per non parlare della suddivisione in capitoli con didascalie che danno un punto chiaro alla storia.
Certo, ogni tanto si sente il sentore di manierismo che sembra mangiarsi la sostanza, alcuni personaggi fungono troppo da contesto e che dopo due o tre scene non vengono pi? ripresi e a volte vengono zeppati troppi concetti laddove si potevano spalmare in modo pi? omogeneo.
Insomma, un buon film, pi? semplice e lineare rispetto agli ultimi tre di Anderson e che d? freschezza alla commedia particolare americana.
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