gianni
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luned� 26 maggio 2025
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bellissimo, ma rovinato da un finale ideologico.
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Il film mi è piaciuto molto. Ho ritrovato molto dei racconti dei miei su come si viveva durante la guerra e subito dopo.... Ma il finale non l'ho capito. Delia ha votato, poteva votare altre 100 volte ma i suoi problemi di donna non si sono risolti col voto, così come i problemi della povera gente non li ha risolti la Repubblica e tantomeno li avrebbe risolti la Monarchia. No, l'inserimento di questa nota di impegno politico l'ho trovata fuori luogo. Bene avrebbe fatto Delia a partire con il vecchio amore.
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figliounico
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domenica 13 aprile 2025
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retorico, melenso, convenzionale
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Visti gli innumeri premi si sperava in qualcosa di diverso, si pensava, dal trailer, a un dramma realistico sulla condizione della donna nel dopoguerra confinata e repressa in un ruolo subordinato sia nella famiglia sia nel mondo del lavoro, insomma a una versione specularmente amara di Natale in casa Cupiello, a un ritratto niente affatto rassicurante del nostro recente passato. Invece si tratta della solita commedia-soap opera in stile sudamericano, un prodotto tipico del dolce stilnovo buonista e melenso del cinema italiano, intervallata da siparietti comici, che peraltro sono la cosa meglio riuscita del film, con Colangeli e Fanelli a fare da spalla. Nulla da dire sulla performance dei due protagonisti; brava la Cortellesi, ma si sapeva, bravo Mastandrea nel rendere decisamente odioso e insopportabile il suo personaggio, ma la sceneggiatura di Calenda e Andreotti fa piangere e fa ridere al contempo ed entrambi gli effetti purtroppo sono involontari.
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Visti gli innumeri premi si sperava in qualcosa di diverso, si pensava, dal trailer, a un dramma realistico sulla condizione della donna nel dopoguerra confinata e repressa in un ruolo subordinato sia nella famiglia sia nel mondo del lavoro, insomma a una versione specularmente amara di Natale in casa Cupiello, a un ritratto niente affatto rassicurante del nostro recente passato. Invece si tratta della solita commedia-soap opera in stile sudamericano, un prodotto tipico del dolce stilnovo buonista e melenso del cinema italiano, intervallata da siparietti comici, che peraltro sono la cosa meglio riuscita del film, con Colangeli e Fanelli a fare da spalla. Nulla da dire sulla performance dei due protagonisti; brava la Cortellesi, ma si sapeva, bravo Mastandrea nel rendere decisamente odioso e insopportabile il suo personaggio, ma la sceneggiatura di Calenda e Andreotti fa piangere e fa ridere al contempo ed entrambi gli effetti purtroppo sono involontari. Sulla regia, poi, stendiamo un velo pietoso; le inquadrature sono teatrali, adatte piuttosto alla ripresa televisiva della messa in scena di una piece e forse simili a quelle di uno sceneggiato Rai anni cinquanta. La sequenza finale, infine, sembra uscita da uno spot ministeriale di pubblicita progresso, una scena grondante retorica a buon mercato che si propone di essere una esaltazione del voto alle donne celebrato come inizio luminoso di un inarrestabile processo di liberazione, che tuttavia poco ci azzecca con tutto il resto del film.
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eduardo pascali
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luned� 10 marzo 2025
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c''? ancora domani film sopravvalutato
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Sono pienamente d'accordo con Kazan78.
Non ha profondità narrativa, non riesce a coinvolgere emotivamente.
Non riesci neanche per un momento a empatizzare con i personaggi completamente sconclusionati.
L'unica spiegazione che trovo plausibile per giustificare il suo successo credo sia il cosiddetto "band wagon effect" si trova su Wikipedia il significato.
Una realtà, peraltro, totalmente sconosciuta a chi quegli anni li vissuti.
Un'interpretazione di un momento storico affrontato in maniera semplicistica senza cogliere nel segno.
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moreno catozzi
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luned� 3 marzo 2025
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falsissimo
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Erano anni che non vedevo un film così totalmente e irrimediabilmente falso. E non intendo falso come accuratezza o ricostruzione storica, ma proprio come animo e ispirazione.
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Erano anni che non vedevo un film così totalmente e irrimediabilmente falso. E non intendo falso come accuratezza o ricostruzione storica, ma proprio come animo e ispirazione. uno di quei film che proprio non hanno senso di esistere.
Un dramma caricaturale, con personaggi da cabaret tagliati con l'accetta. Un marito che odia e insulta la moglie fin dalla prima scena senza che ce ne sia spiegato il motivo, soldati americani buonissimi (e ci mancherebbe: puntava all'Oscar come Benigni?), uno snodo narrativo improbabile buttato lì come un deus ex machina (lo scoppio del bar: così improbabile che lì per lì credevo fosse solo un sogno), un finale ruffiano e ridicolo, "Veltroniano" come ha detto giustamente qualcuno.
Una colonna sonora che sembra fatta coi suggerimenti random di Spotify, e una protagonista che un po' gioca a fare la Magnani, un po' ammicca al suo pubblico per ricordarci che lei è la Cortellesi, che sa anche far ridere. I salti verso la commedia sono forse la parte più ridicola del film: le botte in forma di balletto, il lutto del marito sul sagrato della chiesa, la cioccolata sui denti e via dicendo.
In generale, un film a tesi, e già di per sé è sempre un difetto, ma aggravato dal fatto che la tesi è quella "giusta", quella che va più di moda:
uomini=male, donne= bene, vietate le sfumature
comodo fare arte e prendere premi così, vero?
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nunzio pizzuto
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mercoled� 30 ottobre 2024
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c'� ancora un domani, 2023
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C�� ancora domani, Regia di Paola Cortellesi, 2023 Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, durata 118 minuti.
Vedendo il film, due concetti mi sono venuti in mente: il primo � quello di lumpenproletariat e il secondo quello di Akira Kurosawa in Cane randagio , del 1949 nel quale il regista giapponese dice: �Non esistono uomini che nascono criminali, ci sono ambienti che creano i criminali�. Ora il film della Cortellesi mi pare si muova entro queste coordinate, cercando di filtrare la materia attraverso una narrazione che permetta alla commedia di svilupparsi fino quasi al termine del film perch�, nella parte conclusiva, prevale un aspetto quasi didascalico, che si concretizza nell�esemplificazione della rivendicazione del diritto, del buon diritto, � ovvio, a non subire pi� il maschilismo degli uomini.
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C�� ancora domani, Regia di Paola Cortellesi, 2023 Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, durata 118 minuti.
Vedendo il film, due concetti mi sono venuti in mente: il primo � quello di lumpenproletariat e il secondo quello di Akira Kurosawa in Cane randagio , del 1949 nel quale il regista giapponese dice: �Non esistono uomini che nascono criminali, ci sono ambienti che creano i criminali�. Ora il film della Cortellesi mi pare si muova entro queste coordinate, cercando di filtrare la materia attraverso una narrazione che permetta alla commedia di svilupparsi fino quasi al termine del film perch�, nella parte conclusiva, prevale un aspetto quasi didascalico, che si concretizza nell�esemplificazione della rivendicazione del diritto, del buon diritto, � ovvio, a non subire pi� il maschilismo degli uomini. L�ultima parte � pi� una dichiarazione ideologica, necessaria nella mente della regista ma dai tratti irrealistici come allorquando di fronte all�avvicinarsi del coniuge picchiatore tutte le donne disposte sulla scalinata si uniscono allo sguardo di Delia nel condannare il proposito di Ivano. Marx parla di sottoproletariato perch� la condizione di vita, allora nel 1946 e non credo molto differente oggi, � quella di una umanit� sordida, sempre in bilico tra criminalit� e scatenamento delle pulsioni pi� egoistiche e aggressive della propria personalit�. Ivano, e prima di lui il padre, sono i campioni di una umanit� completamente abbrutita che scambia per missione di vita l�affermazione di s� stessi. In questo mondo non c�� spazio se non il raggiungimento degli interessi, ad ogni costo. Ivano batte la moglie con la stessa facilit� con cui un avventore beve un caff� al bar, e vive come un attentato alla propria personalit� se questo dovesse o potesse essergli impedito. � stato sottolineato come la resa della Cortellesi nel rendere filmicamente le botte con una sorta di balletto dei due coniugi rappresenti un esito lodevole nella tessitura del film stesso. Ed � vero ma a patto di non dimenticare mai che la danza si svolge tra una donna sempre in procinto di poter essere uccisa e di uno spietato aguzzino. Anche il ricevimento del certificato elettorale con cui Delia andr� a votare dovr� essergli nascosto. Un certificato sulla cui natura la regista innesca uno degli elementi tipici dello svolgimento delle commedie ovvero quello dell�oggetto sconosciuto che svela la propria natura al termine della trama o quasi. Resta comunque inesplorato uno degli elementi fondamentali del tema del film: basta la rivendicazione del proprio buon diritto da parte delle donne per ridurre i pericoli sempre ricorrenti del maschilismo degli uomini? Non sarebbe meglio affrontare le contraddizioni fin troppo vive e operanti sul piano economico e sociale dei rapporti tre i due sessi? Insomma, e per concludere, solo la rivendicazione della totale parit� economica pu� funzionare da grimaldello e solo una societ� che non contempli pi� per scopi privatistici lo sfruttamento degli uomini, maschi o donne che siano, pu� funzionare da cornice entro cui far maturare questa possibilit�. E non possiamo non considerare anche il fatto che in una societ� del genere non vi � la garanzia assoluta perch� tali discriminazioni non possano non svilupparsi ma un loro significativo ridimensionamento s�. Nunzio Pizzuto
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jackie
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domenica 27 ottobre 2024
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effetto gregge
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Dopo il successo di una grande "Opera" come Barbie, i social colpiscono ancora e fanno un'altra illustre "vittima",la Cortellesi.Film tragicomico infarcito di luoghi comuni , a tratti patetico.Devo dire che come Italiano questo film non mi rappresenta affatto,anzi,rafforza l'immagina distorta che hanno molti di noi all'estero,paese dove vivo.#unmondodipecore
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sophie
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marted� 8 ottobre 2024
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tra i film che mi sono piaciuti di pi� quest'anno
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E' tra i film visti ultimamente che mi sono piaciuti di pi�. Significativo, delicato, di denuncia e ben girato. E poi fa sempre piacere quando si fa luce su queste tematiche, perch� non � mai abbastanza e, se si guarda ai fatti, la situazione peggiora sempre di piu. Non ci resta che l'arte per gridare giustizia. Brava Paola Cortellesi
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ivan il matto
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mercoled� 11 settembre 2024
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c''� sempre paola
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[29/10/2023, 11:48] RENATO: Fra le nuove registe, già diversamente famose, che questo scorcio di stagione rivela (Micaela Ramazzotti, Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno), un rilievo particolare assume Paola Cortellesi che abbandonati i cliché pur divertenti di come un gatto in tangenziale, si proietta in una dimensione sinceramente autoriale (che alla recente festa del cinema di Roma le ha fruttato 3 premi). "C'è ancora domani" dice nel sottofinale del suo film omonimo l'ex show girl di Zelig che qui è, oltre che regista, protagonista e co-sceneggiatrice. La frase è paradigmatica di una scelta strategica della donna, volta non solo a trovare una prospettiva credibile per il futuro della giovane figlia, ma anche a riscattare un presente fatto di costanti umiliazioni domestiche, perc osse, invisibilita' sociale.
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[29/10/2023, 11:48] RENATO: Fra le nuove registe, già diversamente famose, che questo scorcio di stagione rivela (Micaela Ramazzotti, Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno), un rilievo particolare assume Paola Cortellesi che abbandonati i cliché pur divertenti di come un gatto in tangenziale, si proietta in una dimensione sinceramente autoriale (che alla recente festa del cinema di Roma le ha fruttato 3 premi). "C'è ancora domani" dice nel sottofinale del suo film omonimo l'ex show girl di Zelig che qui è, oltre che regista, protagonista e co-sceneggiatrice. La frase è paradigmatica di una scelta strategica della donna, volta non solo a trovare una prospettiva credibile per il futuro della giovane figlia, ma anche a riscattare un presente fatto di costanti umiliazioni domestiche, perc osse, invisibilita' sociale. Allargando, poi, lo sguardo, la Cortellesi fotografa anche la realtà di un paese (siamo nell'immediato secondo dopoguerra) piagato da 5 anni di guerra, povertà, disoccupazione ed ancora un esercito di occupazione nel suo territorio.
[29/10/2023, 11:48] RENATO: In un bianco e nero desueto nel ns cinema, l'autrice si colloca idealmente fra ladri di biciclette e Roma città aperta, facendoci addirittura ricordare l'abitazione della popolana Maddalena (Anna Magnani) in Bellissima di Luchino Visconti. Ma, per carità, non chiediamo troppo alla neo-regista, che già si misura con i mostri sacri del ns Neorealismo, dimostrando coraggio e ambizione. Ad un cast costruito su misura fra i vari personaggi (memorabile Giorgio Colangeli nei panni del lurido suocero) fa da contrappunto una colonna sonora tutta virata verso la contemporaneità (trova posto pure "la sera dei miracoli" di Lucio Dalla fra il blues perfetto dei titoli di testa e il movimentato rap di quelli finali)....si perché è al domani del titolo che guarda Delia (la protagonista) con la sua scelta....forse già sapeva che più di 75 anni dopo violenza di genere e femminicidio restano ferite aperte nel ns presente.
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biron silver
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venerd� 9 agosto 2024
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cretinata femminista
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Pur non essendo contro al femminismo, infatti lo sostengo nei casi della paga bassa e della violenza, credo che questa sciocchezza di film spodesti l'uomo. Lo guardato insieme ad altre donne che mi hanno costretto a guardarlo, appunto perché già il bianco e nero, che in ogni caso rovina tutto, poiché di scarsa qualitá, poi entrano in gioco tre cose che mi hanno fatto odiare il film:
- la teatralità che fa vomitare;
- gli stereotipi sugli uomini;
- il carattere dato agli uomini
Lo so, io a differenza di altri so quel che dico, ho avuto anche io un nonno che picchiava la nonna quando bruciava l'arrosto, ma se questo significa far vergognare e arrossire un uomo quando lo guarda statene alla larga.
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Pur non essendo contro al femminismo, infatti lo sostengo nei casi della paga bassa e della violenza, credo che questa sciocchezza di film spodesti l'uomo. Lo guardato insieme ad altre donne che mi hanno costretto a guardarlo, appunto perché già il bianco e nero, che in ogni caso rovina tutto, poiché di scarsa qualitá, poi entrano in gioco tre cose che mi hanno fatto odiare il film:
- la teatralità che fa vomitare;
- gli stereotipi sugli uomini;
- il carattere dato agli uomini
Lo so, io a differenza di altri so quel che dico, ho avuto anche io un nonno che picchiava la nonna quando bruciava l'arrosto, ma se questo significa far vergognare e arrossire un uomo quando lo guarda statene alla larga. A vinto premi solo perché parlava di donne.
Con amore Biron.
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rosanna comacchio
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sabato 3 agosto 2024
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il silenzio � d''oro....
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Un film a cinque stelle. Un riscatto femminile nella storia che lancia un messaggio di esempio di liberazione. Oggi che nella società apparentemente del riscatto non ne sentiamo il bisogno, il film lancia un messaggio ampio e ricorda il valore della libertà. Bianco e nero? Io non mi sono accorta del colore, il colore mi arrivava tutto, con ironia: Prendendo in giro i quaquaraquà che usano violenza sulle donne è riuscita a non sminuire la pesantezza di quella violenza. Le musiche quasi perfette perché è una scelta contemporanea, necessaria. Recitazione valida, credibile. Poche battute per i protagonisti e infatti il finale quasi a sorpresa "parla" chiaro.
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Un film a cinque stelle. Un riscatto femminile nella storia che lancia un messaggio di esempio di liberazione. Oggi che nella società apparentemente del riscatto non ne sentiamo il bisogno, il film lancia un messaggio ampio e ricorda il valore della libertà. Bianco e nero? Io non mi sono accorta del colore, il colore mi arrivava tutto, con ironia: Prendendo in giro i quaquaraquà che usano violenza sulle donne è riuscita a non sminuire la pesantezza di quella violenza. Le musiche quasi perfette perché è una scelta contemporanea, necessaria. Recitazione valida, credibile. Poche battute per i protagonisti e infatti il finale quasi a sorpresa "parla" chiaro....a bocca chiusa... più eloquente di così ...
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