QUEL GASSMAN DIMENTICATO

I palinsesti televisivi estivi hanno fatto emergere una filmografia nascosta del grande attore.

Pino Farinotti, mercoledì 7 agosto 2019 - Focus
Vittorio Gassman 1 settembre 1922, Genova (Italia) - 29 Giugno 2000, Roma (Italia).

Fu Monicelli ad accorgersi che Vittorio Gassman era un grande attore comico. Fino ad allora era stato tutt'altro. Poi venne I soliti ignoti, appunto. E poi venne La grande guerra, "Brancaleone" e tutto il resto. Performance strepitose. C'era stato, e ci sarebbe stato, il Gassman del teatro, quello dell'Amleto e dell'Adelchi, personalità travolgente, naturalmente. Ma prima, c'era stato un altro Vittorio. Scrivo queste righe perché in questi giorni, navigando nei canali ad ore diverse, sono incappato in tre film sui quali sono rimasto senza zapping. Li ricordavo, certo, ma è stato un bel promemoria, un ripasso gradevole.

Ne Il cavaliere misterioso di Riccardo Freda, del 1948, l'attore 26enne fa Giacomo Casanova, nientemeno. E che Gassman faccia il seduttore certo ci sta. Duella, cavalca, fa l'amore mostrando una forma fisica eccezionale, era un grande atleta.
Pino Farinotti

E poi ecco, sul "7", Rapsodia, del 1954, di Charles Vidor. Gassman è un violinista dedito solo alla propria musica. Nella sua vita non conta altro. Neppure una Elizabeth Taylor 22enne, bella da togliere il fiato, riesce a distrarlo. Lo rincorre per tutto il film, inutilmente. Gassman è il primo violino e in un concerto, esegue un assolo lunghissimo di Tchaikovsky. Certo è una simulazione, ma molto realistica, e non semplice. E l'attore genovese, inserito nella Hollywood più glamour, ci sta benissimo.

Rilevo un'anomalia curiosa: era doppiato, certo da Cigoli, il numero uno. Il regista Sergio Grieco gli lasciò invece la sua voce in Giovanni dalle bande nere, del 1956. Nei panni del capitano di ventura che nel 1500 combatté per il papato, per i francesi, per i tedeschi e si oppose allo spagnolo Carlo V. Nel film Giovanni contestualizza la storia, complessa, e Gassman lo asseconda con grande disinvoltura, lui, uomo coltissimo.

Tre pietre pregiate di una collana che non finisce mai. Un Vittorio Gassman, come ho scritto, poco raccontato. Fatte tutte le debite considerazioni, e con tutte le ... prudenze possibili, ho sempre ritenuto Gassman il più grande attore italiano. Spendendo l'aggettivo "grande" in (quasi) tutte le sue accezioni. Un'affermazione difficile da contraddire. Quel "quasi" ha un significato, riguarda il termine "divo". In quel senso l'assoluto lo attribuisco ad Amedeo Nazzari. Il modello romantico, avventuroso, amoroso e favoloso secondo il primo comandamento del cinema, che è l'eroe, che noi umani non riusciamo a toccare pure allungando al massimo il braccio. Nazzari non era da meno di un Errol Flynn, al quale peraltro assomigliava, o di un Cary Grant.

E dunque per chiudere con una citazione virtuosa, voglio ricordare Nazzari e Gassman insieme nel Gaucho di Dino Risi. In ruoli diversi secondo la loro vocazione, si fronteggiano ed è un piacere guardarli. Entrambi sul metro e novanta, con quelle voci potenti e con quelle figure che... adesso non ci sono più.

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